Il Rifugio di Hunter - Linda Thackeray
Traduzione di Daria Palmieri
Il Rifugio di Hunter - Linda Thackeray
Estratto del libro
Il sangue schizzò sulla guancia e Medea urlò.
Tutto quel sangue trasformò i suoi lamenti acuti in grida di terrore e lei iniziò a tremare. La sua figura esile, piccola e graziosa, ondeggiava come una foglia al vento. Con gli occhi cerchiati dal nero del mascara che stava colando, rimase lì immobile come congelata. I resti del suo protettore, Dwyer, grondavano sangue sul cuoio ormai viscido del divano.
Malgrado il rumore che stava facendo, l'uomo che aveva ucciso Dwyer non le prestò la benché minima attenzione. In effetti, sembrava che non l'avesse nemmeno vista mentre lei continuava a gridare, cercando di togliere i pezzi del cervello di Dwyer dalla manica del suo giubbetto blu. Allontanandosi da Dwyer, l'uomo mise un altro caricatore nella mitraglietta che aveva con sé e ispezionò la stanza, ignorando la ragazza, mentre osservava Pinto e Armstrong, che erano più o meno nelle stesse condizioni di Dwyer, col sangue che filtrava attraverso il parquet del pavimento.
“Dovresti andare,” le disse semplicemente quando fece per andarsene.
Medea tacque immediatamente e annuì. Abituata ad obbedire quando le venivano dati degli ordini, le sue grida soffocarono immediatamente in gola. Il killer le passò davanti, alto all'incirca un metro e ottanta, gli occhi blu che sembravano quasi neri sotto quella luce, come i suoi capelli castani. Indossava un cappotto militare nero e le sue mani, coperte da guanti, stringevano la mitraglietta che aveva usato per freddare Pinto e Armstrong quando erano venuti in aiuto di Dwyer. Dio solo sapeva quanti uomini di Dwyer erano morti al piano di sotto.
Aveva sentito gli spari quando lui aveva fatto irruzione nel locale, seguito dalle urla dei frequentatori del club. Prima che la sparatoria al piano di sotto finisse Pinto, Armstrong e Dwyer erano già pronti ad affrontarlo. I colpi, però, non arrivavano alle sale del piano superiore dalla porta; venivano invece dal pavimento. Poteva ancora vedere i buchi provocati dai proiettili che avevano crivellato il pavimento. Detriti di mortai spaccati e vetri rotti coprivano ogni cosa.
Dwyer cercò di scappare, ma c'era solo una via di fuga dall'appartamento, e l'uomo col cappotto nero era già lì. Sparò alla spalla di Dwyer, tenendo stretto il suo MAC-10, poi passò interi minuti a colpire alla testa l'ex protettore di Medea finché non fu tutto sanguinante.
Poi gli pose le sue domande.
Medea se ne stava rannicchiata in un angolo, le mani sulla testa, cercando di rimanere inosservata. Lei non era nessuno nello schema delle cose, solo un'altra puttana della scuderia di ragazze di Dwyer. Singhiozzando sui suoi tacchi a spillo, cercava di non ascoltare mentre Dwyer vuotava il sacco con lo straniero rispondendo a tutte le domande, anche se questo avrebbe significato la morte quando Othello l'avesse scoperto. Alla fine), non aveva importanza.
Quando l'uomo ebbe le sue risposte, sparò in faccia a Dwyer senza pensarci un secondo.
Non attese che lei gli rispondesse dopo averle detto di andar via. Uscì e basta.
Le autoambulanze corsero alla parte meridionale di Chicago.
In genere stavano alla larga da quella zona, ma stava succedendo qualcosa quella notte nel territorio delle Tre C, qualcosa che aveva acceso i centralini delle stazioni di polizia dalla Costa Sud fino ad Hammond come alberi di Natale. Stavano arrivando bollettini di sparatorie di massa, con corpi lasciati sulla strada o nelle carcasse di macchine bruciate, e di altrettanti edifici sventrati dal fuoco. Le autorità lo attribuivano ad una guerra interna per il territorio. Dopo tutto, la Tripla C era un'accozzaglia di diverse bande sotto un unico capo, Othello Price. Era meglio lasciare che se la risolvessero tra di loro e poi sistemare il casino una volta finito.
Man mano che la notte avanzava, era sempre più evidente che non si trattava di una banda che lottava per il territorio, ma di tutte loro che scappavano terrorizzate da un nuovo arrivato. Qualcuno stava attraversando i quartieri con una precisione sistematica. Partita dalla parte sud di Chicago, la violenza si diffondeva come un'aggressiva pestilenza, seminando devastazione su tutto ciò che incontrava, lasciandosi dietro distruzione come qualcuno che incendiasse la terra.
Nel corso di un'unica nottata, qualcuno stava smantellando la gerarchia della Tripla C, dai corrieri ai gradini più bassi, ai produttori e spacciatori, distributori e infine agli scagnozzi in cima. Chiunque portasse i colori della Tripla C era stato sterminato, e anche se i poliziotti sapevano di dover correre sulla scena del crimine per scoprire il responsabile, il Dipartimento di Chicago rimaneva stranamente indifferente.
Nel 2030 la Tripla C era cresciuta fino a diventare la più grande gang di Chicago. Era nata dal Criminal Deportation Act del 2016, che permetteva alle autorità di rimpatriare nel loro Paese d'origine gli Americani di seconda e terza generazione condannati per gravi reati. La legge era passata grazie alla paura crescente che la nazione provava dell'aumento di terroristi islamici endogeni, ma fu sfruttata dalle forze dell'ordine per prendere di mira bande etniche come i Latin Kings e i Pistoleri Latini. Con le deportazioni, il vuoto lasciato fu riempito in fretta dalla Tripla C.
All'inizio la gang traeva i suoi proventi per lo più dal furto d'auto, estorsione e spaccio di droga. In seguito iniziò a trafficare droga per i Messicani, prima di espandersi nella lucrosa industria della prostituzione, importando ragazze dall'Est Europa e dall'Asia. Ben presto la Tripla C era arrivata a dominare il panorama criminale e dal momento che i suoi membri erano per la maggior parte Afroamericani senza diritti politici, molti dei quali vivevano al di sotto della soglia di povertà, a loro non si applicava il Deportation Act.
Inoltre con la fine della guerra nel Medio Oriente era sorto un nuovo conflitto che coinvolgeva l'Azerbaijan, che stava fra l'Europa orientale e l'Asia occidentale. Aveva attirato tutti i poteri forti, facendo sì che l'attenzione del Paese fosse focalizzata sulla politica internazionale, ignorando il crescente problema che avevano all'interno – l'ascesa delle gang.
Nel 2030 la Tripla C era una minaccia per Chicago tanto pericolosa quanto lo erano i Latin Kings prima di lei. Il suo attuale capo, Othello Price, regnava incontrastato su tutta South Chicago e le comunità limitrofe. Corrompendo o minacciando i funzionari pubblici, teneva la legge fuori dagli affari della Tripla C. Quando questo non funzionava la Tripla C non si faceva scrupolo di uccidere poliziotti, e se si doveva mandare un messaggio più chiaro arrivava alle loro famiglie. La sua reputazione era così feroce che i tentativi di perseguirla venivano semplicemente abbandonati. Gli accusatori erano sacrificabili.
La legge era contenta di dover essere riconoscente a questa particolare notte.
Alcuni poliziotti spensero le radio e finirono i loro turni nei bar, brindando alla carneficina e ridendo al pensiero che la mattina seguente avrebbero potuto ripulire il posto con un tubo per liberarsi dalla spazzatura. Gli incapaci hanno buona memoria e il karma è una puttana che stanotte è stata pagata.
“Casey e Lopez hanno già fatto rapporto?” chiese Othello Price.
Omar Phelps abbassò il telefono scuotendo la testa con espressione cupa e serrando la mascella mentre cercava il modo migliore per rispondere a quella domanda. Alla fine si rese conto che non c'era un modo migliore per dirlo, doveva dirlo e basta.
“No,” disse cupo, “e non lo faranno. Jacey, che lavora allo strip all'angolo di Lockweed, dice che hanno subito un pesante attacco. Tutto l'edificio è in fiamme. Non pensa che ce l'abbiano fatta.”
“Cazzo!” imprecò Othello, scaraventando a terra tutto quello che stava sulla sua scrivania in un'esplosione di rabbia inusuale. Oggetti di vario tipo caddero sul tappeto persiano – libri, penne, documenti e un tablet, che si ruppe all'impatto. Diede un calcio alla sedia prima di voltarsi nuovamente verso Omar.
“Quanti sono finora?” chiese dopo un istante, respirando affannosamente mentre cercava di ricomporsi. I suoi pugni erano serrati mentre fissava il feltro verde della scrivania di quercia, cercando di comprendere cosa stava succedendo, cercando di capire come potesse accadere una cosa simile.
“Ventidue morti finora,” Omar nascose il terrore che lui stesso aveva per l'uragano che stava venendo verso di loro. “Non sappiamo con certezza quanti ce n'erano a Lockweeds. Sappiamo che un paio di ragazzi non hanno ancora fatto rapporto.”
Ventidue uomini, tutti morti. Gli avevano sparato, li avevano bruciati, accoltellati o uccisi in altri modi ugualmente orribili. Nessuno di quelli che aveva mandato ad affrontare la situazione era tornato. Quando Dwyer era stato ucciso al Sin Kitty Club la notte era ancora giovane, ma era stato ore prima. Man mano che le ore passavano sempre più uomini venivano uccisi. Alcuni nelle loro case, altri nelle varie attività che gestivano per la Tripla C, e altri ancora mentre scopavano con le loro donne. Othello cominciò a pensare di aver passato il segno, e di averlo fatto col poliziotto sbagliato.
Il fottuto eroe di guerra stava arrivando.
“Quanti ragazzi abbiamo qui?”
“Tredici,” disse Omar, che doveva ancora riprendersi dall'aver visto che Othello, il peggior figlio di puttana che conoscesse, aveva paura. “Quattro sul tetto, tre ai cancelli e il resto pattugliano la casa. Quello psicopatico di un poliziotto non ha modo di entrare qui. Abbiamo tutto sotto controllo. Non riuscirà mai a oltrepassare il cancello. Lamonte sta guardando le telecamere.”
“Bene” annuì Othello, sollevato all'idea che il suo giovane cugino non fosse là fuori, in prima linea. Un'ora fa aveva fatto qualcosa che non avrebbe mai immaginato di fare. Aveva mandato Mona e i ragazzi fuori città dalla famiglia di lei, in Indiana. Non sapeva se quel poliziotto se la sarebbe presa anche con loro, ma non voleva rischiare. Non aveva ucciso solo i membri della sua banda. Aveva ucciso chiunque lavorasse per la Tripla C – protettori, corrieri, spacciatori, chimici e soldati. Non sembrava gli importasse se erano uomini o donne. Se erano della Tripla C – morivano.
“Non preoccuparti, Theo,” lo rassicurò Omar usando il vecchio soprannome di quando correvano insieme da bambini. “Lo prenderemo.”
“Sì,” grugnì Othello, andando verso l'armadietto dei liquori e prendendo una bottiglia di scotch. Non se ne versò un bicchiere, ne tracannò invece una generosa sorsata perché voleva sentire il liquore bruciargli giù per la gola.
“Tutto questo per quella puttana di sua sorella,” disse Omar sprofondando nel divano di fronte alla scrivania.
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