Nonno Bretella e il volo ai Sette Mari - Michael N. Wilton
Traduzione di Anna Maria Durante
Nonno Bretella e il volo ai Sette Mari - Michael N. Wilton
Estratto del libro
Drip, drip, plop…
Sally si rigirava irrequieta nel letto, seppellendo la testa sotto il cuscino nel tentativo di isolarsi dal suono della pioggia alla finestra. L’autunno aveva lasciato il passo all’inverno e l’assalto congiunto del vento e della pioggia faceva tremolare la vetrata semiaperta.
Dopo un po’, il gocciolio incessante parve aumentare nella sua mente al punto da diventare insopportabile. Saltando fuori dal letto, corse alla finestra rapida quanto glielo consentivano le sue gambe da quindicenne e, facendosi strada tra le onde del tendaggio, riuscì finalmente a serrare la finestra a battente.
Lasciando salire al cielo un sospiro di sollievo, si ributtò nel tepore familiare del letto e fece del suo meglio per riprendere a dormire. Ma, mentre dormicchiava, la sua mente era ancora piena dello stress degli avvenimenti recenti e i volti delle persone coinvolte le ruotavano intorno come su una giostra da giardino d’infanzia.
Subito erano mamma e papà a volteggiarle attorno, mangiando il gelato, ridendo e salutandola al loro passaggio. Al giro successivo, mamma era sola e appariva triste e desolata in nero col fratello Peter che stringeva per consolarsi il suo Sniffino, anche se ormai ridotto a un brandello usurato.
Poi la musica cessò e, una volta di più, il ricordo della morte di suo padre le si abbatté addosso.
Premette disperatamente il volto nelle profondità del cuscino per chiuder fuori quel ricordo e, così facendo, non udì i passetti sul pavimento della stanza. Qualcosa le strattonò il pigiama e un attimo dopo Peter era nel letto rannicchiato accanto a lei, stringendo forte Sniffino.
«Sono io, P-Peter», annunciò, dando un’annusata extra a Sniffino per rassicurarsi.
Sally sospirò con rassegnazione. «Non l’avrei mai immaginato. Non riesci a dormire?»
«No». Lui colse la scusa con gioia. Dopo un po’, se ne uscì con la domanda che lei temeva: «È stato oggi…?»
«Sì», rispose, cercando di mantenere la voce ferma, «dodici mesi fa».
Peter pensò per un momento, poi diede voce al pensiero che lo preoccupava. «Lui lo sapeva?»
Sally si lasciò scappare un sospiro e lo abbracciò più forte. «No», sostenne con fermezza. «È successo troppo velocemente, te lo giuro». Era una cosa di cui poteva essere certa. Ricordava ancora il dottore che rassicurava la mamma su quel punto.
«Il fatto più straordinario», l’aveva sentito spiegare dopo l’intervento. «Quell’autista ha svoltato così all’improvviso che suo marito non può essersene accorto… Se può esserle di qualche conforto, Mary.»
Sentì Peter irrigidirsi.
«Perché do-doveva andare in quel modo?»
«Vorrei saperlo», disse Sally, ascoltando triste la sua balbuzie, ulteriore strascico a ricordo del trauma lasciato dall’incidente. «Almeno abbiamo ancora l’un l’altro», aggiunse, tentando di trovare una briciola di conforto. «Dovremo solo ricordare tutto il tempo felice che abbiamo passato insieme».
Peter la guardò. «Sì, penso di sì. Sai, a volte parli proprio come lui. Mi manca». La sua voce tremava.
«Lo so», disse Sally rapidamente, «ne sentiamo tutti la mancanza. Era sempre pronto a giocare con noi e a farci regali». Aggiunse dolcemente: «Temo che quei giorni siano finiti… Papà ci viziava tutti. Era convinto che i soldi servissero per essere usati. Non ha mai pensato alla possibilità che un giorno avremmo dovuto farne a meno».
Peter singhiozzò. «D-dovrò dire alla mamma che non credo che le mie scarpe dureranno ancora molto. Ho consumato tutta la colla che le tiene insieme».
«Non disturbare la mamma», concluse in fretta, «ha già abbastanza di che preoccuparsi. Ne parlerò col nonno». A lei non sarebbe andato a genio dirgli che i suoi abiti erano quasi a brandelli.
Il sentir nominare il nonno gli fece illuminare il volto. «Il n-nonno è un grande. Mi fa dondolare con le sue bretelle».
Divertita, Sally chiese: «È per questo che lo chiami Nonno Bretella?»
«Sì, a lui non importa. Non dirlo a mamma, ma mi sta insegnando a scalare il sartiame di una nave».
Sally fu incuriosita. «Come fa a farlo?»
Peter fece il misterioso. «Sta costruendo ogni tipo di dondoli nella sua stanza. Si guardò attorno con cautela. «Il nonno dice che se imparo i nodi, posso unirmi alla Marina Mercantile quando cresco. Voglio essere un Ca-Capitano come il nonno così non dovremo più preoccuparci dei soldi».
Sally lo guardò pensosamente. «Non so se possiamo aspettare tanto a lungo».
«M-ma il nonno dice che non dobbiamo preoccuparci, che si prenderà cura di noi. Così mi ha detto».
«La questione è se la mamma lascerà che il nonno ci aiuti. È molto indipendente..».
Peter si alzò di scatto nel letto. «Ma che altro può fare? Non voglio andar via dalla casa del n-nonno. Siamo felici così come siamo».
Ma se la loro mamma aveva dei propositi al riguardo se li teneva per sé. Quando Peter aveva raccolto il coraggio di chiederglielo mentre li portava a scuola, lei si era limitata a sorridere e a scuotere la testa dicendo: «Dovremo aspettare e vedere».
Era stato il giorno successivo al loro spostamento. Mary aveva ancora un sorriso di beata attesa e fu solo quando li prese più tardi per tornare a casa che lasciò insinuare casualmente un’osservazione che avrebbe cambiato le loro vite per sempre.
«Ora, amori miei», mentre li faceva scendere, «voglio che siate super buoni questo pomeriggio. Devo lasciarvi qui per un pochino per andare a far compere», esitò, «e un paio di altre cose. Ma non state in pensiero», vedendo lo sguardo ansioso sui loro volti. «Non ci metterò molto. Il vostro tè è pronto e il nonno sa già tutto, perciò sarà lì a prendersi cura di voi. Non si sa mai», aggiunse in tono di mistero mentre lasciava la frizione, «quando torno potrei persino avere da comunicarvi delle novità specialissime che potrebbero essere la risposta a tutte le nostre preghiere».
E di ciò dovettero accontentarsi, non avendo idea della bomba che li aspettava. Se ne resero conto più tardi nel pomeriggio quando lei tornò carica di pacchetti e li presentò a un uomo dall’aspetto sciatto e a una giovane donna dal viso severo.
«Bambini, ho delle notizie eccitanti da dirvi. Voglio presentarvi il mio nuovo amico speciale che verrà a vivere con noi. Lui è il signor Black e lei sua figlia Mona. Potete chiamarlo Ned».
Ned sorrise a disagio e tese loro la mano, ma gli occhi dei bambini erano fissi sulla loro madre in un silenzio scioccato.
La madre ruppe lo sgradevole imbarazzo. «Il gatto vi ha mangiato la lingua?»
«Piacere,» disse Sally educatamente.
«Peter?»
Suo figlio deglutì e corse fuori dalla stanza.
Dopo un attimo, Ned ritirò timidamente la mano e lanciò uno sguardo furtivo intorno, osservando attentamente l’ambiente circostante.
«Perdonatelo, per favore. Peter era molto attaccato a suo padre», si scusò Mary. «Ora Sally, voglio che tu sia particolarmente gentile con Mona. Sua sorella ha avuto un brutto incidente da poco, quindi sono certa che la farai sentire a casa».
Colmando una pausa imbarazzante, Mary proseguì allegramente: «Ora si va a letto; inizia a cambiarti, cara, mentre io faccio strada a Ned e Mona. Salirò da voi tra poco».
Quando arrivò in camera sua, Sally trovò Peter disteso sul letto con l’aria infelice. Gli accarezzò il capo con compassione.
«C-come ha p-potuto portare qui qualcuno in quel modo?» si lagnò amaramente Peter. «V-voglio mio papà».
«Ho paura che non tornerà», disse lei triste, poi aggiunse: «Non mi piace neanche l’aspetto di quella Mona».
Prima che potesse aggiungere altro, la porta si aprì e la mamma entrò nella stanza, prendendo Peter tra le braccia.
«So che è stato per voi un po’ uno shock, amori miei, ma Ned e Mona volevano vedere subito la casa e non ho potuto rifiutare».
«P-perché hai d-dovuto trovare qualcuno come lui?», gemette Peter. «Lo odio!»
«Pensavo che tu fossi felice come lo eravamo noi», disse Sally, sconcertata.
La madre si allungò e mise un braccio intorno a entrambi. «Non capite, vero?» Li abbracciò compassionevole. «Amavo vostro padre ardentemente, ma ora le cose non possono andare avanti così. Non avete idea di quanto le spese abbiano eroso i nostri risparmi e non è giusto per il nonno. Non ho osato dirgli quanti debiti abbiamo con tutti.» Poi si illuminò. «Ma la buona notizia è che il mio nuovo amico sta molto bene e quindi non dovremo più preoccuparci dei soldi.»
«Bene, spero che sarai felicissima», disse Sally poco convinta, cercando di adeguarsi alla notizia. «A me non pare che sia tanto ben messo», aggiunse ripensando al loro incontro e ricordando le scarpe consunte e i pantaloni rattoppati di Ned.
«Non devi giudicare dalle apparenze, vecchia sospettosa!» la stuzzicò sua madre. Studiò il profilo di Sally: «Sai, hai molto del tuo caro papà. Ha sempre desiderato che tu fossi un maschio. Sei talmente maschiaccia a volte!» Sospirò. «Stai crescendo così in fretta! Credo che tra non molto ci comanderai tutti quanti.»
Colse lo sguardo ostinato sul volto di Sally. «Ti dico questo: giusto per provartelo, domani come prima cosa parlerò a Ned e vediamo se si riesce a venire a capo di qualcosa per il mantenimento della casa. Che ne dici?»
Sally annuì con riluttanza e sua madre si alzò, soddisfatta. «Bene! Tutti e due a letto allora. Vedrete che tutto si sistemerà. Aspettate e vedrete.»
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