I Pericoli Della Giungla (Jasper - Pappagallo Amazzone Libro 3) - Sharon C. Williams
Traduzione di Cecilia Metta
I Pericoli Della Giungla (Jasper - Pappagallo Amazzone Libro 3) - Sharon C. Williams
Estratto del libro
“Jasper? Jasper?” chiamò Willie, il giovane pappagallo amazzone.
Dov’è? Pensò Willie.
Lui e suo fratello stavano giocando a nascondino ed era il suo turno di trovare Jasper. Willie non stava avendo fortuna. Controllò tutti i soliti posti, così come il loro preferito per abbeverarsi. Jasper non c’era. Cercò tra gli alberi che circondavano il nido. Niente Jasper. Non importava dove Willie guardasse. Era sempre lo stesso. Jasper era sparito.
Willie dubitava che suo fratello fosse andato ai margini della foresta dove vivevano gli umani. Jasper sapeva che rendevano Willie nervoso. Non gli piaceva affatto che non gli fosse familiare. Jasper e il loro amico, Charlie, andavano spesso ai margini, dove erano gli umani. Willie, invece, rimaneva vicino a un albero da dove riusciva a scorgere tutto.
Non voleva rinunciare a cercare suo fratello. Se solo avesse potuto vincere il gioco una volta. Jasper aveva vinto le ultime due volte. Willie era stanco di perdere.
Pensa, Willie, pensa.
“Pssst.”
Willie smise di volare e atterrò su un ramo.
“Willie?”
La voce veniva dalle foglie dell’albero vicino a lui. Le foglie frusciarono e sbucò una scimmia ragno. Non era una scimmia ragno qualsiasi. Era il loro amico, Charlie.
“Ciao, Charlie!”
“Ciao, Willie. Cosa fai oggi?”
“Io e Jasper stiamo giocando a nascondino, ma non riesco a trovarlo,” rispose Willie.
“Hai guardato vicino a dove beviamo?”
“Sì, ma non l’ho trovato,” rispose Willie.
“So dove si nasconde Jasper.”
“Davvero?” chiese Willie.
Charlie annuì. “Vuoi che te lo dica?”
“Non è un imbroglio?”
“Più o meno, credo,” rispose Charlie. “Hai vinto oggi?”
“No, non ancora.”
Willie guardò Charlie e rifletté per qualche istante. “Forse un piccolo accenno andrebbe bene.”
Charlie sorrise. “Magari controlla di nuovo il punto dove beve.”
“Non l’ho visto.”
“Potresti provare di nuovo.” Charlie sorrise.
“Grazie, Charlie.”
“Nessun problema. Ti dispiace se vengo anch’io?” chiese Charlie.
“Certo, ma niente più aiuti, ok?”
“OK.”
Charlie dondolò tra i rami, muovendosi in direzione del punto che i ragazzi visitavano spesso.
Willie non era molto lontano. Atterrò su un ramo basso. Non c’era traccia di Jasper. Lanciò un’occhiata a Charlie che atterrò vicino.
La scimmia indicò il terreno.
Willie volò a terra e si guardò intorno. Nulla era cambiato da quando era stato lì prima. Poi, sentì un brontolio soffocato.
“Non l’avevo mai sentito prima,” disse Willie.
Sembrava che qualcuno stesse russando. Il suono proveniva dal tronco marcio vicino.
“Ho guardato lì prima, Charlie. Era vuoto.”
“Non è vuoto ora,” disse Charlie.
Willie si avvicinò. Forse era il loro amico, George, il bradipo.
“Vai avanti. Va tutto bene.” incalzò Charlie.
Willie raggiunse la base del tronco. Se la si guardava attentamente, vibrava lentamente mentre il rumore diventava più forte. Sbirciando all’interno, Willie trovò Jasper, profondamente addormentato, con la testa sotto un’ala, che russava come una furia. Ridacchiò. Finalmente, aveva Jasper proprio dove voleva. Questa volta avrebbe vinto a nascondino.
“Jasper?” sussurrò Willie dolcemente. Non voleva spaventare il fratello, facendolo sussultare perché avrebbe potuto sbattare la testa.
“Jasper?” Willie pungolò con una voce più forte. Ancora niente. Guardò Charlie. “È davvero fuori.”
“L’ho quasi svegliato quando l’ho trovato prima, ma non ho avuto il coraggio di farlo. Sembrava così comodo.”
“È stato carino da parte tua. Ho bisogno di etichettarlo quando è sveglio, però. Finalmente oggi vinco.”
Charlie annuì.
“Possiamo dondolare un po’ il tronco. Forse lo sveglierà,” disse Willie.
“Sembra una buona idea. Facciamolo.”
I due amici si misero accanto al tronco e lo spinsero leggermente avanti e indietro. Continuarono a far oscillare il tronco per diversi minuti.
“Ma che...?” venne dall’interno del tronco. Poi, “Ehi, smettila!”
Charlie e Willie smisero di dondolare il tronco.
Willie sbirciò all’interno.
“Ciao, Jasper,” disse Charlie.
“Ciao, Jasper,” disse Willie, allontanandosi.
Il rumore di qualcosa che si muoveva provenì dall’interno del tronco prima che Jasper facesse la sua apparizione. Il dondolio del tronco fece frusciare le foglie sotto di esso.
“Allora, siete voi due,” disse Jasper. Si prese il suo tempo e distese ciascuna delle sue ali. Scuotendo il corpo, Jasper finì di stirarsi e guardò Willie e Charlie. “Che bella sensazione!”
“Stiracchiarsi o fare un pisolino?” chiese Charlie.
I tre si misero a ridere.
“Entrambi, in realtà,” rispose Jasper.
“Jasper, da quanto tempo sei nascosto nel tronco? O dovrei dire, da quanto tempo dormi?” chiese Willie.
“Non ne sono sicuro. Ero dietro i cespugli quando hai controllato per la prima volta. Dopo che te ne sei andato, ho pensato che sarebbe stato un ottimo posto per nascondersi. Non pensavo che avresti controllato di nuovo.”
“Mi hanno aiutato,” disse Willie.
Jasper guardò Charlie.
“Ti sei fatto scoprire,” disse la scimmia.
“Veramente? Come?”
“Stavo dondolando quando ho sentito un rimbombo. Ho controllato dentro il tronco e ti ho visto profondamente addormentato.”
Jasper annuì. “Ho iniziato a sbadigliare. Ho pensato di riposare gli occhi. Subito dopo mi sono svegliato di soprassalto.”
Willie si avvicinò a Jasper e gli toccò l’ala. “Jasper?”
“Sì?”
“Tana per te!”
Jasper sorrise. “Mi hai beccato. Beh, siamo stati fuori per un po’. È ora di pranzo. Torniamo a casa.”
“Vuoi venire da me, Charlie?” chiese Willie.
“Grazie per l’offerta, ma devo badare ai più piccoli mentre gli adulti cercano un posto dove vivere. Salutami tua madre, per favore.”
“Lo faremo. Saluta anche tua madre,” disse Jasper.
Gli amici sorrisero e si separarono.
Raggi di luce si insinuarono nell’apertura della casa di Willie e Jasper. Una volta cresciuti, i fratelli si trasferirono su un albero vicino. La loro casa con la mamma era troppo piccola per i tre uccelli.
I ragazzi però non si allontanarono troppo. I pappagalli potevano vedere il vecchio nido dalla loro porta. Provavano un senso di conforto nel sapere che la loro mamma era lì vicino, per ogni evenienza. Sì, Willie e Jasper erano più grandi ora, ma questo non significava che i due dovessero andare dall’altra parte della foresta.
La loro mamma, Sally, da allora aveva deposto e fatto nascere un gruppo di uova. Willie e Jasper ora avevano una sorella di nome Piper. Stava imparando il mestiere di pappagallo come avevano fatto loro due.
Willie aprì un occhio. “Odio quando il sole mi sveglia,” disse a voce alta.
Preferiva svegliarsi quando era pronto. Quel po’ di calore, comunque, gli faceva bene al viso. Guardando suo fratello, Willie vide che stava ancora dormendo.
Dovrei svegliarlo? Rifletté.
Scelse di non farlo. Una volta che Jasper era sveglio, lo era per tutto il giorno. Quando suo fratello era sveglio, rimaneva occupato tutto il giorno, stando in movimento senza sosta fino a quando si addormentava all’ora di andare a letto.
Jasper russava, con un suono che interrompeva la quiete del loro nido.
Willie cercava sempre di andare a letto prima di suo fratello. Se non lo faceva, il russare gli rendeva difficile addormentarsi. Camminò fino all’ingresso della loro casa e si sedette, lasciando che i raggi del sole colpissero maggiormente il suo corpo. Dal suo attuale trespolo, il russare di Jasper non era così forte.
Guardò l’ambiente circostante, godendosi i colori brillanti dei fiori e degli uccelli. Il cielo, di un bel blu intenso, era privo di nuvole. La giungla era viva con i suoni delle scimmie e degli uccelli, ricordando a tutti che non c’era davvero mai silenzio. Inclinò la testa e vide sua sorella in piedi sulla porta della sua vecchia casa.
Lei lo salutò con la mano. “Willie?”
Volò, atterrando su un ramo lì vicino. “Ciao, Piper.”
“Ciao, Willie.”
“La mamma è in casa?” chiese.
“No, sta aiutando la signora Roy con il suo nido. Jasper è sveglio?”
Willie scosse la testa. “No, non ancora.”
“Russa?”
“Sì, certo.”
I fratelli si misero a ridere.
“Sto diventando grande, proprio come voi.”
“Fammi vedere.”
Piper si sporse dall’albero solo un po’, abbastanza per mostrargli le piume delle sue ali. Le distese con cura. Una volta finito, si girò e scomparve all’interno del nido.
Willie sentì un piccolo trambusto e un “Ahi” proveniente da sua sorella. Presto vide il sedere di un cucciolo venire alla luce. Cercò di non ridacchiare mentre le piume sul suo sedere si aprivano a ventaglio con uno splendido spettacolo. Quelle piccole piume che aveva, naturalmente.
Una volta che Piper finì di arruffare le piume e di mettersi in mostra, riapparve con un sorriso sul volto. “Visto?”
“Brava. Ancora un po’ e sarai perfetta.”
“Sono pronta a volare come tutti gli altri. Voglio volare adesso. Sembra così divertente.”
“Lo è. Lo farai presto.”
Piper sospirò.
“Cosa c’è che non va?” chiese Willie.
“Mi annoio. Non è divertente essere l’unico uccellino in un nido.”
Willie e Jasper erano cresciuti insieme. Non poteva immaginare di non avere suo fratello intorno. Andavano a trovare la sorella e la madre, ma forse non era abbastanza spesso.
Dobbiamo essere fratelli maggiori migliori per il bene di Piper, pensò Willie.
Era insolito che tutte le uova di una covata fossero difettose. La mamma ne aveva deposte quattro, ma solo Piper si era schiusa. Willie aveva visto la mamma piangere. Quando le chiese perché, lei gli disse che erano lacrime di gioia. Era felice che Piper fosse con loro.
“Willie? Willie?”
Willie si svegliò dal suo sogno ad occhi aperti.
“Sì?”
“Stavi sognando ad occhi aperti?”
Lui annuì. “Stavo ricordando quanto fosse felice la mamma quando sei nata. C’eravamo anche io e Jasper.”
Piper sorrise.
Willie si chinò e avvolse le sue ali intorno a Piper, abbracciando la sorellina.
BANG!
Un suono tonante interruppe i due pappagalli. Si separarono di scatto, con gli occhi spalancati.
Pochi secondi dopo, il forte rumore riempì di nuovo l’aria. Gli uccelli si dispersero in direzioni opposte e le foglie vicine si scossero per la forza del suono.
Spaventata, Piper sbatté le piume. “Cos’è questo rumore? Non sembra un tuono. Cosa pensi che sia, Willie?”
“Non lo so, ma lo scoprirò.”
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