Il Gioco Della Corsa (I Telepatici Libro 1)
Traduzione di Federico Greco
Un potere segreto. Una città in rovina. E il gioco per la sopravvivenza è appena iniziato.
In una Londra devastata e sull’orlo del collasso, Rachel vive secondo una sola regola: essere sempre pronta a fuggire. Cresciuta per rimanere un passo avanti al pericolo, si nasconde sotto le mentite spoglie di una semplice dottoressa. Ma Rachel non è una sopravvissuta qualunque: è una Reacher, dotata di poteri telecinetici e braccata sia dal governo che dalla criminalità organizzata.
Quando due mercenari, Charlie e John, accettano un incarico per trovarla, non sanno che stanno inseguendo una della loro stessa razza. Nel frattempo, un truffatore con una vendetta personale finisce coinvolto nella caccia. Lealtà ambigue, alleanze instabili e una sola regola: sopravvivere, a qualunque costo.
Mentre la città si trasforma in una scacchiera di inganni e pericoli, Rachel dovrà capire di chi può fidarsi—se può fidarsi di qualcuno—e fin dove è disposta a spingersi per restare libera.
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Estratto dal libro
Le undici e cinque.
Il turno di Rachel sarebbe dovuto finire tre ore prima. Infilò con violenza il cartellino nel marcatempo. Niente. Gli diede un calcio, poi un altro finché la macchinetta si sbloccò timbrando la scheda e convalidando l’uscita. Lo spogliatoio dell’ospedale era stranamente tranquillo. Un’infermiera stava timbrando il cartellino in uscita, due dottori in entrata. Nessuno parlava con nessuno – non era quel tipo di posto. Afferrò il cappotto consunto dall’armadietto e lo indossò sopra il camice – l’unica barriera tra lei e quella spietata sera di ottobre. Attraversò la sala d’aspetto del pronto soccorso con gli occhi puntati sull’uscita. Era fondamentale ignorare la disperazione. Dopo tre ore in più oltre le dodici del tuo turno non avevi altra scelta che fare finta che non ti importasse. Superare le madri che ti offrono i propri figli malati come se tu potessi imporre le mani su di loro e salvarli. Superare gli operai che sanguinano sul pavimento. Aprire la porta ed uscire. Andare a casa. Dovevi farlo. Tra sei ore sarebbe ricominciato tutto da capo.
La prima sberla di aria fresca ridiede vita al suo corpo indolenzito. La seconda la ributtò quasi dentro l’ospedale. Si strinse nel cappotto ma il vento gelido riusciva ancora a intrufolarsi attraverso il tessuto sottile e le cuciture allentate. Novembre stava arrivando, e in fretta. Allungò il passo cercando di seminare l’inverno.
Passò veloce davanti alle rovine scheletriche di un’altra banca crollata, un cimelio dei giorni precedenti al tracollo dell’economia e alla discesa all’inferno del Paese. Nell’edificio abbandonato adesso alloggiavano coloro che erano finiti in mezzo alla strada: quelli troppo vecchi, quelli troppo giovani, i deboli, gli stupidi. I poliziotti sarebbero arrivati presto, li avrebbero evacuati, spingendoli da un’oscurità all’altra fino all’alba o alla morte, quale di queste fosse arrivata prima. Ma per il momento sedevano raggruppati intorno a stufe ardenti, immergendosi in silenzio in quel calore come se potessero portarsi dentro quell’unica fiamma per tutto l’inverno. Non fecero caso a Rachel. Anche il più malvagio degli uomini appostato dietro ai portoni, in attesa di creature indifese dal passo veloce, non faceva caso al dottore mentre tornava a casa. Nessuno la vedeva mai. Almeno fino a quel momento.
Tre, due, uno.
Le undici e nove. Tempismo perfetto.
Sentì che qualcuno la stava osservando. Sempre dallo stesso posto, di fronte alla terza finestra della vecchia banca. Era nascosto, non nella banca ma vicino. Così vicino che poteva quasi percepire il suo fiato sul collo. Si era già imbattuta in aggressioni, erano tempi disperati e le persone si prendevano quello che potevano quando potevano. C’erano stati anche stupri, cinque questa settimana, almeno cinque che avevano avuto bisogno di cure mediche. Era una città pericolosa e peggiorava. Ma questo era diverso. Lui – per qualche motivo sapeva che si trattava di un lui – non faceva nulla. Era stato lì per una settimana, mai tradendo la sua posizione o le sue intenzioni, ma poteva sentirlo e più lui aspettava più la faceva disperare. Sapeva dove viveva, doveva lavorava, conosceva la strada per l’ufficio cambi. E la scortava a casa tutte le notti senza mai mostrarsi. Non aveva senso. E ciò rendeva tutto molto più preoccupante.




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