Linee di Confine (I Telepatici Libro 2)
Traduzione di Federico Greco
Una missione pericolosa. Una città sul filo del rasoio. Nessuno è davvero fidato.
Quando Charlie accetta il lavoro della vita, sa che è rischioso—ma non immagina quanto possa diventare letale. Per portarlo a termine, dovrà lavorare per un vecchio nemico e guidare la sua squadra oltre il confine, fino a una Londra divisa e piena di insidie.
Mentre i segreti riaffiorano e le alleanze si incrinano, il gruppo dovrà affrontare non solo un assassino spietato, ma anche i fantasmi del proprio passato. La città pullula di Reacher—individui con poteri mentali terrificanti—e chiunque potrebbe esserlo. In un luogo dove nulla è sicuro, sopravvivere significa mettere in discussione tutto e tutti.
Border Lines è il secondo avvincente capitolo della serie Reachers di L.E. Fitzpatrick, un mix teso di fantascienza, thriller e distopia.
Inizia a leggere Border Lines oggi stesso e scopri fino a che punto sei disposto a spingerti per sopravvivere.
Estratto dal libro
I lampioni baluginavano attraverso il denso smog scuro che inghiottiva la città. Mistique stava tornando a casa. I suoi tacchi al neon picchiavano violentemente sul cemento cercando di contenere la sua ebbra spavalderia. Il suo vero nome era Clare, Clare Tent, aveva trentadue anni ma diceva di averne ventitré; una bugia che cominciava a mostrare la corda.
Era una fredda sera di luglio, ma aveva lavorato molto e l’appiccicosa brezza autunnale le forniva un po’ di sollievo al dolore al collo. Teneva il soprabito sul braccio, noncurante del fatto che il costume con i lustrini non lasciava nulla all’immaginazione. Al diavolo ciò che pensavano tutti, era sempre stato il suo motto. Certo, era una prostituta ma non era una di quelle che se ne stavano agli angoli delle strade per pagarsi una dipendenza che non sarebbe mai finita. Clare lavorava da Lulu. Aveva degli ammiratori, era ubriaca di champagne e il vestitino che indossava valeva più di quanto la maggior parte della gente di S’aven era in grado di risparmiare in un anno.
Erano le quattro del mattino, le strade ondeggiavano dolcemente mentre i locali notturni iniziavano a chiudere. Sciami di ricchi londinesi si ammassavano per le strade, cantando e fischiandole dietro. Lei sorrise e passò oltre urlando che il giorno successivo la potevano trovare da Lulu, quelli che potevano permettersela.
Londra chiudeva la frontiera per il coprifuoco alle dieci, costringendo chi aveva il lasciapassare a festeggiare a S’aven tutta la notte o a trovarsi qualche topaia dove infilarsi fino al mattino. I bar rimanevano aperti fino alle prime luci dell’alba, ma di solito per quell’ora i londinesi si erano già da tempo tuffati ad assaggiare le oscene delizie che S’aven aveva da offrire, e c’era molto da assaggiare.
I gruppi che barcollavano per le strade avevano perso la loro occasione. Erano troppo ubriachi o troppo poveri per permettersi una stanza in uno dei molti bordelli che sorgevano vicino al confine. Ma faceva caldo e nessuno aveva intenzione di rimanere fuori quando l’alba era così vicina.
Un altro gruppetto di gente eccitata che la superò la schernì. Lottò con le mani che volevano palparla e si allontanò. Il segreto era farlo con leggerezza. Fare scenate attirava l’attenzione e i guai erano l’ultima cosa di cui Clare aveva bisogno. Allungò il passo, ignorando l’urlo di dolore delle vesciche nei tacchi. Dal gruppetto si staccò qualcuno e la seguì. Due di essi le urlarono che le avrebbero fatto passare dei momenti meravigliosi e lei non riuscì a trattenersi dal ridere a crepapelle. Insistettero per un altro isolato e infine la ignorarono. Era sempre così, e aveva raggiunto i suoi trentadue anni grazie alla giusta miscela di spietata determinazione e coraggio d’acciaio.
Percorse altre due strade prima di rendersi conto di essere ancora seguita.
Non sarebbe stata la prima volta che qualche stronzo pensasse di poterci provare con lei. Ma Clare era nei paraggi da abbastanza tempo per sapere come cavarsela. Senza farsi vedere sfilò dalla tasca del soprabito il coltello a serramanico e lo spray antiaggressione che Lulu aveva fornito a tutte le ragazze. Un veloce riposizionamento del soprabito e fu pronta. Rallentò, godendo della sensazione di controllo che sentiva.
La presenza si avvicinava. Percepì qualcosa dietro di lei, qualcosa di grosso e freddo. Sentì delle mani che si accostavano alla nuca, stringevano, sentì polpastrelli sfiorarle la pelle. Era arrivato il momento di dimostrare il suo potere. Si voltò, preferendo il coltello allo spray.




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