Tempesta Di Sabbia (Tocco Quantico Libro 2)
Traduzione di Stefano Pintus
Sommario del libro
In "Tempesta Di Sabbia", Fritz si trova nuovamente a dover viaggiare nel passato per sventare una minaccia nucleare in Medio Oriente. Mentre il tempo stringe, Fritz deve scoprire i segreti del portale e capire se le sue azioni potrebbero avere conseguenze inimmaginabili.
TEMPESTA DI SABBIA è un avvincente thriller di fantascienza che mescola viaggi nel tempo e intrighi internazionali.
Estratto da Tempesta Di Sabbia (Tocco Quantico Libro 2)
Capitolo 1
“STAI DICENDO A ME che il mondo è un posto pericoloso? A me?” La nobile arroganza di quell’uomo aggredì il telefono. “Hai continuato a fare ciò che vuoi perché il mondo continua ad essere un posto pericoloso.” Di fronte alla finestra, col Monumento a Washington sullo sfondo, compianse quelle piccole persone visibili laggiù, che si affrettavano ad andare da un posto all’altro. Come se fossero importanti. “Dobbiamo procedere con cautela”, disse in tono più calmo. “Non sapendo cosa sanno loro, non possiamo permettere a ciò che noi sappiamo di renderci imprudenti.”
L’uomo si sedette alla scrivania in mogano del suo ufficio elegantemente decorato. Fotografie che lo ritraevano con l’elite al potere di un’intera generazione ricoprivano le pareti. L’uomo dai capelli grigi, vestito in modo impeccabile con un gessato grigio di Savile Row, si tolse le scarpe. I mocassini di vitello presero aria, mentre le sue dita dei piedi accarezzavano l’elegante tappeto.
Passò il telefono all’altro orecchio. “Non m’importa quanto costerà. Il risultato ne varrà la pena molte volte. Dobbiamo coinvolgere gli Arabi, quindi prova con gli eledoriani. Sono già sospettati. Conosci il resto. Preparali. Lo sapremo al momento giusto.”
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ALLE QUATTRO E TRENTA, due Suburban neri accostarono di fronte alla casa dei Russell. Fritz li aspettava e uscì per incontrare il presidente. Dalle auto uscirono più persone di quante se ne aspettasse. Era venuta anche la First Lady, come aveva fatto in primavera. Il presidente presentò gli altri. Fritz salutò Tom Andrews, il capo della squadra dei servizi segreti del presidente, e l’agente James Williams, poi vide Mel Zack, ancora al posto di guida del secondo Suburban.
Il presidente disse: “Tom porterà la squadra al The Mill per predisporre la sicurezza per quando andremo a cena. Torneranno più tardi.” Sebbene fosse in una condizione di inferiorità, non solo numerica, Fritz non permise che quella compagnia influenzasse la sua decisione.
Una giovane donna attraente con un look malizioso esaminò l’auto di Ashley. “Bella macchina”, disse il presidente. “La bambina di Ash?” Fritz annuì.
La moglie di Fritz, Linda, e il suo amico e collega, Ashley Gilbert, apparvero sul pianerottolo. Ashley spalancò gli occhi, tossì e si è schiarì la gola, quando venne presentato alla dottoressa Jane Barclay dal Dipartimento della Sicurezza Nazionale.
“Oh, oh”, sussurrò Fritz a Linda.
“Già”, sussurrò lei in risposta.
Fritz invitò i suoi ospiti ad entrare in soggiorno. Il sole del tardo pomeriggio si rifletteva sulla TV a schermo piatto attaccata al muro. Ashley portò delle sedie in più dalla sala da pranzo e si assicurò un posto da cui poter tenere d’occhio la dottoressa Barclay. Avendo conquistato quel posto, andò ad aiutare Linda a portare da mangiare.
Mentre gli altri prendevano posto, Fritz e il presidente portarono due delle sedie della sala da pranzo al centro della stanza, una di fronte all’altra. “Fritz, ho portato alcune delle persone più coinvolte nella protezione del paese”, disse il presidente. “Sanno cosa hai fatto la scorsa primavera. Sanno anche del portale. Questo incontro è top secret, ovviamente.”
Fritz annuì a tutti i consiglieri del presidente. “Cos’ha in mente?”
Il presidente disse: “Intendi dire, cosa voglio?”
“Stavo cercando di essere cortese, ma sì, cosa vuole da me stavolta?”
“Fritz, i nariani hanno completato il loro progetto nucleare. Dimentica ciò che dicono, è un programma di armamenti. Sto parlando di una minaccia nucleare imminente e loro sono già alle griglie di partenza. Israele sta valutando le sue opzioni. Stiamo facendo tutto il possibile per trattenere gli israeliani, ma non so per quanto tempo ci riusciremo.”
“Cosa vuole che faccia?”
“Noi”, indicò i suoi consiglieri, “abbiamo parlato dei possibili scenari in cui il tuo aiuto potrebbe essere, beh, utile. So che sei titubante, ma nessun altro può attivare i viaggi attraverso il tempo e lo spazio. Nessun altro può aprire il portale. Voglio aggiornarti sulla nostra analisi e parlare con te di quante e quali cose potresti essere disposto a fare.”
“Signor Presidente, come ho detto ieri sera, io sono un insegnante. Adoro ciò che faccio e mi piace lavorare coi ragazzi.” Con una brusca presa di coscienza, assorbì una nuova realtà: la noia che aveva provato per l’insegnamento era svanita. “Se posso aiutarla, sa che lo farò. Ma ancora non so quali e quante cose relative al portale possano fare la differenza. Sappiamo entrambi come si apre, ma oltre a questo non capisco quali potrebbero essere le conseguenze del suo uso. E sappiamo entrambi che potrebbe essere pericoloso.” Si strofinò la guancia per creare un effetto, la piccola cicatrice che si era procurato durante una rapida visita nel passato fungeva da promemoria. La sua faccia e quel manganello non potevano esistere nello stesso spazio e nello stesso tempo, anche a distanza di ottant’anni.
Linda prese la parola. “Signor Presidente, temo che usare il portale possa avere un effetto negativo su tutti noi. Non è che io non voglia che Fritz la aiuti, ma non voglio che corra dei rischi. O che cambi la storia. O il futuro.” Si mise una mano sulla pancia ingrossata dalla gravidanza.
“Linda, siamo venuti qui per questo. Pensiamo che sia importante, ma vogliamo conoscere anche la tua opinione e volevamo incontrarci in un posto meno intimidatorio della Casa Bianca.”
“Signor Presidente”, disse Fritz. “Ci dica di cosa pensa di aver bisogno.”
“Abbiamo preso in considerazione alcuni dei punti critici del mondo. Sono sicuro che sappiate che la situazione di Eledoria non è ancora stata risolta. Ora le cose sono tranquille, ma …” Fritz annuì.
Il direttore della CIA disse: “Signor Russell, ci sono persone sul campo che si sono infiltrate nei centri di ricerca nariani e ci hanno fornito le posizioni chiave. Oltre a non volere che i nariani abbiano la bomba, siamo preoccupati che quel materiale nucleare possa arrivare sul mercato. Dobbiamo fermarli prima che accada. Se gli israeliani dovessero fare la loro mossa, potremmo perdere la capacità di controllare la cosa.”
“In altre parole”, disse il presidente, “non possiamo attaccarli apertamente e non vogliamo che lo faccia Israele. Potrebbero dare inizio a una guerra che coinvolgerebbe tutto il Medio Oriente, o peggio. Nessuno vincerebbe quella guerra.”
“Mi faccia capire bene”, disse Fritz. “Le serve il portale per far saltare in aria il programma della bomba dei nariani?”
Il Segretario della Difesa disse: “Qualcosa di più, in realtà. Prima di poter distruggere le loro strutture, dobbiamo estrarre i computer e confiscare le ricerche che hanno completato. Vogliamo che il programma resti bloccato anche in futuro.”
Fritz guardò il presidente. “Perlomeno la mia parte è qualcosa di semplice.” Sospirò e guardò sua moglie.
Linda chiese: “Vuole far arrivare del materiale radioattivo nella scuola?”
“No”, disse il presidente. “Ce n’è troppo. Lo lasceremo lì. Vogliamo neutralizzare le strutture, renderle tossiche, rendere impossibile la ricostruzione.”
Fritz chiese: “Sapete esattamente dove si trovano? Immagino che siano sottoterra.”
“Speriamo di avere tutte le posizioni.”
“Vuole che la aiuti a fare tutto questo. È impazzito?” Intorno a lui, i suoi ospiti fecero un rumore simile a un coro di cannucce sul fondo di un frullato finito, scioccati dal fatto che avesse parlato in quel modo al presidente. Mentre analizzava i loro volti, si domandò se a qualcuno di loro fosse mai stato chiesto di fare qualcosa di così difficile.
Il presidente ignorò quelle espressioni e, invece di arrabbiarsi per il commento di Fritz, ne fu divertito. “Mi hanno chiamato in modi peggiori. Sì, Fritz, non solo voglio il tuo aiuto, ma credo proprio di averne bisogno. E ovviamente avremo bisogno della scuola. C’è una differenza di fuso orario di otto ore e mezza, quindi dovremmo essere in grado di fare tutto mentre la scuola è chiusa.”
“Quando pensa di farlo?” chiese Linda.
“Nelle prossime due settimane. Non abbiamo molto tempo.”
“Quindi, tutto ciò che devo fare è posizionare le graffette o prendere i vostri documenti già graffettati e aprire la porta?”
“Esatto”, disse il presidente. “Se funziona, non credo di doverti dire quanti problemi avrai evitato.”
“E quante vite potrò salvare. Sì, credo di averlo già sentito prima”, disse Fritz. “Cos’altro vuole che faccia?”
Il dottor Barclay disse: “Se posso, Signor Presidente. Signor Russell, non c’è niente di specifico a questo punto. Ma sapete che tipo di cose potrebbero succedere. Oltre alla questione nucleare, per esempio, abbiamo rilevato un aumento del rumore su internet. Se otteniamo informazioni utili in posti che non possiamo facilmente raggiungere, lei potrebbe aiutarci.”
Fritz guardò Linda e poi Ashley. Ashley sembrava attento, ma Fritz aveva già visto quello sguardo. Ashley aveva puntato il radar su una nuova donna. “Sembra che abbiate passato un po’ di tempo a pensarci, Signor Presidente.”
“L’abbiamo fatto. Dopo che sei arrivato nel mio ufficio, non c’è voluto molto perché tutti noi capissimo come sarebbero andate a finire le cose. Negli ultimi mesi, il portale mi ha entusiasmato e spaventato. Sono sicuro che tu sappia cosa intendo. Il viaggio nel tempo, l’accesso immediato al passato e, ancor più importante, al presente, ha creato un’opportunità. Fritz, speravo che accettassi questa possibilità di fare del bene. Quando mi sono insediato ho preso l’impegno di rendere il mondo un posto più sicuro. Potrei non averci direttamente a che fare e comunque non potremo mai far trapelare come lo facciamo, ma non è importante chi ne prenderà il merito, se otterremo un buon risultato, no?” Una mascella serrata e delle profonde rughe sulla fronte sostituirono il suo atteggiamento calmo. “Non si tratta della mia eredità o della politica. Si tratta della mia famiglia e della tua. Di un sacco di famiglie.”
“È un bene che questo non sia il nostro primo appuntamento. Di sicuro mi chiede molto. Beh, perlomeno ci guadagnerò una cena.” Tutti risero, ma le viscere di Fritz si stavano aggrovigliando.
Il presidente si rivolse a Linda, la cui smorfia gli disse quanto non le piacesse la piega che stava prendendo la conversazione. “Linda, non ve lo chiederei se non pensassimo di avere un’emergenza. Mi serve solo che Fritz apra il portale e poi si tiri indietro. Suppongo che il problema più grande potrebbe essere George, ma me ne occuperò io. Potremmo requisire la scuola, ma sarebbe una cosa un po’ troppo vistosa. Quindi devo solo convincerlo di quanto sia importante. Sono sicuro che accetterà.”
“Signor Presidente, mi scusi, ma chi è George?” chiese il dottor Barclay.
Ashley rispose in gran fretta. “È il preside del Liceo Riverboro. Il nostro comandante in capo.” Gli luccicavano gli occhi.
Fritz disse: “Lo farà per una qualche forma di qui pro quo. George funziona così. Allora, ci sono delle altre sorprese?”
Il presidente disse: “Abbiamo parlato del possibile intervento in un dirottamento e anche della risoluzione di problemi sulla stazione spaziale. Dovremo essere precisi con le coordinate, però, altrimenti il portale potrebbe aprirsi letteralmente nel nulla. O nel vuoto. Ma non dobbiamo parlarne adesso.” Il presidente fece una pausa. “Fritz, questa conversazione non ha nessuna importanza a meno che tu non sia disposto a far parte della squadra.” Fritz si alzò, chinò la testa e incontrò gli occhi del presidente “Mi spiace”, disse il presidente. “A volte tendo a parlare troppo. So che non c’è bisogno di farlo con te. Terrò i discorsi in serbo per George.”
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