Vacanza sugli altipiani
Vacanza sugli altipiani - Estratto del libro
Prologo
Garden City, Kansas, 1873
Kristina Heitschmidt si affrettò in direzione nord sul sentiero percorso dai carri verso il limitare della città, dove una casupola faceva da nascondiglio e circolo. Sono così in ritardo, si agitò fra sé, notando la posizione del sole alto sopra di lei. Faccio sempre tardi, in questi giorni. Di certo, Jesse mi prenderà in giro. Nell'ultimo anno, non era mai riuscita a staccarsi dal piano e ad andare a giocare. Anche Allison, la sua migliore amica, prendeva lezioni di piano, ma, a differenza di Kristina, vedeva le ore passate allo strumento come uno spreco di tempo. Tempo che poteva essere impiegato meglio giocando all'assalto ai treni, o agli indiani e cowboy, ma questo succedeva prima che arrivasse in città il nuovo pastore. La moglie del Reverendo Miller, un'abile pianista e organista, aveva iniziato a dare lezioni ai bambini. Sembrava piacere solo a Kristina, però. Un anno dopo, il suo entusiasmo non era svanito. Amo suonare allo stesso modo in cui amo giocare con i miei amici. Che strano.
Accanto ai resti di una baracca decrepita, una strana forma incombeva all'orizzonte, come metà di un grosso barile sprofondato nel terreno, l'erba della prateria che ne ricopriva ogni superficie. La porta d'ingresso era caduta da tempo, ed era spalancata come una bocca aperta. Kristina rabbrividì, anche se sapeva che l'interno sarebbe stato fresco in una calda giornata estiva. Un grosso ragno nero scalò lo stipite. Ugh. Sii coraggiosa, ragazza. Già pensano che tu sia una bamboccia. Non comportarti da tale. Si affrettò ad entrare ed emise un gridolino quando Jesse la afferrò, tirandola da una parte e premendole una pistola fatta con un pezzo di tubo piegato contro la tempia.
"Kristina!" strillò Allison, abbassando la bandana nera che le copriva il viso. Aveva un fazzoletto a coprirle i codini biondi e gli occhi azzurri brillavano per il divertimento dovuto al gioco.
“Ferma o sparo”, gridò Jesse, cercando di spingere indietro il cappello troppo grande e facendolo accidentalmente cadere sul pavimento di terra della casa dei pionieri. Kristina ne sentì il tonfo quando atterrò. Ora, lei lo sapeva, i suoi capelli biondi avrebbero brillato come un faro, persino nella penombra della stanza.
“Lasciala andare”, disse Wesley, a voce bassa, autoritario, entrando cautamente nella stanza con un paio di speroni troppo grandi. Uno si incagliò nella soglia facendolo inciampare e cadere addosso a Jesse, facendo perdere l’equilibrio al ragazzo più piccolo. Il pezzo di tubo premette con forza contro la tempia di Kristina, mentre tutti e tre cadevano.
“Owwww”, si lamentò Kristina, premendosi la mano sulla tempia.
“Aw, smettila di piangere, sei una bamboccia”, replicò Jesse, brusco.
“Mi verrà un livido enorme”, lo accusò Kristina, “ed è tutta colpa tua”.
“Tutta colpa di Wes, vorrai dire”, protestò lui. “È lui che è caduto, non io. Inoltre, con tutte le macchie che hai in faccia, non se ne accorgerà nessuno”.
“Chiudi il becco”, disse Kristina, dicendo la parola peggiore che conoscevano. Sporse un labbro tremante.
Wesley sospirò disgustato. “Una bamboccia e una ragazzina. Forse non dovresti più giocare con noi”.
“Nuh uh”, protestò Allison. “Kristina è la mia migliore amica. Se lei non gioca, non gioco lo faccio neanche io. Stai bene, tesoro?”
“Credo di sì”, Kristina mise il broncio.
“Credevo di essere io il tuo migliore amico”, disse Wesley, ferito. Si rialzò dall’intrico di membra, colpendo per sbaglio Jesse al braccio con uno degli speroni.
“Ehi, sta’ attento”, protestò il ragazzo.
“Lo sei”, replicò Allison. “Lo siete tutti. Noi quattro saremo amici per sempre”.
Capitolo 1
Garden City, Kansas, 1888
“E ultima ma non ultima, la chiesa”. James Heitschmidt mosse la mano in direzione della struttura con il campanile.
Una chiesa grande, per una città così piccola, pensò il Reverendo Cody Williams, mentre il suo sguardo viaggiava lungo la facciata, dalle grosse fondamenta di pietra fino alla sommità del campanile, dove una lucente croce di legno coronava la torre campanaria dai fianchi aperti. Notò la grossa campana, visibile dalla strada. Forse un po’ troppo grande. Più in basso, sopra la porta d’ingresso ad arco, una finestra rotonda dai vetri colorati recava l’immagine di una collina verde, su cui tre croci si stagliavano verso il cielo blu. Era resa in modo semplice, ma non per questo meno bella.
Una folata di vento gelido investì la strada e s’infilò nel cappotto di lana del giovane, penetrandogli nella carne e facendolo gelare fin nel profondo. È ora di entrare nel mio nuovo posto di lavoro. Dopo cinque anni nel calore di Galveston, ci vorrà un po’ per abituarsi a questa città fredda e burrascosa.
Cody salì per i gradini di legno cigolanti e allungò la mano per afferrare la maniglia di una delle porte bianche. In quel momento, un’esplosione di suono, fortissima, quasi lo fece cadere all’indietro e riverberò nell’edificio. La vibrazione, bassa e rombante, gli diede la sensazione che i timpani gli si espandessero, come se si fosse tuffato sott’acqua e fosse sceso in profondità.
La nota fu seguita da un’altra, un po’ più alta, e una terza, prima di essere sostituita da una melodia ritmata. Ora Cody la riconobbe grazie alle lezioni di musica che aveva dovuto seguire al seminario. Un’aria dall’Oratorio di Natale di Johann Sebastian Bach. Sembra che l’organista della chiesa stia ripassando la musica natalizia, ma non è sorprendente, dato che il primo dicembre è tra un settimana. Ritrovando l’equilibrio e la compostezza, Cody afferrò la maniglia di ferro battuto ed emise un sibilo quando il metallo ghiacciato sembrò bruciargli la mano nuda. Mi servono dei guanti, il prima possibile. Certo, i suoi miseri risparmi li aveva spesi per arrivare lì, quindi avrebbe dovuto aspettare di iniziare a guadagnarsi il salario prima di poterlo fare.
Scavalcò l’alto zoccolo dell’uscio, prendendo mentalmente nota di non inciamparci. Non sarebbe una cosa buona se il nuovo pastore venisse visto inciampare nella sua chiesa davanti ai parrocchiani. James lo seguì, chiudendo la porta alle loro spalle. La debole luce del sole di novembre penetrava a malapena attraverso le finestre colorate allineate lungo le due pareti interne più lunghe. Su un lato c’erano sei scene dal Vecchio Testamento: il Giardino dell’Eden, l’Arca di Noè, i Dieci Comandamenti, le mura di Gerico, Davide e Golia, e, infine, Elia che sfidava i profeti di Baal mentre acqua e pietre bruciavano. Cody guardò dall’altro lato. Esattamente come si aspettava, una scena di Natività, Gesù da ragazzo al tempio, Gesù che tramutava l’acqua in vino, la guarigione del cieco, una crocifissione e la scena del sepolcro vuoto. Tutta la fede cristiana riassunta in dodici semplici, piuttosto crudi, ammassi di vetro e piombo. Erano lontani dall’essere capolavori, ma Cody preferì la loro semplicità. Apparivano più reali così, qualcosa che la gente comune poteva capire. Quella era la sua passione: far scendere la fede dal pulpito e portarla nella comunità, oltre la domenica e in ogni momento della vita. Se il Signore lo vuole, sarò in grado di fare lo stesso qui.
L’organista finì l’aria e immediatamente si lanciò in un’allegra versione di Gioia al Mondo. Cody sorrise. Quest’uomo suona molto bene. Il basso rombante dei pedali teneva il tempo mentre le dita suonavano un contrappunto. Sentì un leggero colpo quando il musicista cambiò i registri, e il nuovo verso aveva una qualità diversa dal precedente. Dal punto in cui si trovava, in fondo alla chiesa, Cody non poteva vedere l’organo. Era proprio sopra di lui, sulla balconata, ma le canne percorrevano le pareti superiori fino a dietro il suo pulpito. Sembra strano che una chiesa in una città così piccola abbia un organo così magnifico. Forse è stato costruito apposta per questo musicista. Se è così, è valso i soldi spesi. Spero che quest’uomo non sia troppo irascibile.
Cody guardò di nuovo il pulpito. Diversamente dal resto della chiesa, la scatola marrone e disadorna in cui avrebbe sistemato i suoi appunti gli stava benissimo. Non sentiva il bisogno di stravaganze. Anche se devo ammettere che rovina l’effetto creato dal resto della stanza. Su entrambi i lati della navata, si allargavano file e file di panche di legno lucide, ognuna ricoperta da un cuscino scarlatto. I braccioli di legno diventavano ornate decorazioni di viti e foglie, che si allungavano sulle parti posteriori, decorando gli scaffali pieni di Bibbie e libretti di inni.
Più scuro delle panche, il pavimento di legno brillava per il lucido. Nella parte anteriore, una ringhiera per la comunione dai paletti delicati ricurvi intorno al gradino singolo, divisa in mezzo dal pulpito. Davanti ad ognuno, c’era un altro cuscino, anch’esso rosso, per permettere ai fedeli di inginocchiarsi quando ricevevano il pane e il vino. Sopra di lui, il soffitto a volta splendeva di bianco, tranne nell’angolo in cui una stufa riscaldava la stanza. Un anello di sporco circondava la canna fumaria, notò. Ma la parte migliore del soffitto erano le dozzine di travi di mogano che si incrociavano.
La canzone finì e James tuonò, “Smetti di fare pratica, ora, Kristina, e scendi. C’è qualcuno che voglio tu conosca”. Il suo accento del Kansas suonava strano a Cody, che aveva vissuto tutta la sua vita in Texas. Poi si rese conto di cosa aveva detto.
Kristina? Ma… è un nome da donna. Chi è Kristina e dov’è? Perché James la chiama?
Il rumore di un paio di stivali con il tacco alto fece spostare lo sguardo di Cody verso i gradini, e si voltò per vedere quegli stivali apparire in cima alla scala a chiocciola. Lampi di pelle color tortora, quasi nascosti sotto una gonna dello stesso colore, coprivano una figura che si stringeva nel mezzo per poi allargarsi di nuovo a riempire una camicetta bianca abbottonata fino al collo e coperta da uno scialle nero fatto all’uncinetto. In ultimo, poté vederne il viso, e il suo si riempì di stupore. Questa è l’organista? Non è nemmeno vecchia. La sua crocchia era dorata, non argentea, e riluceva con riflessi rossi, persino nella luce debole. Il volto, anche se liscio e privo di rughe, gli fece svanire il sorriso.
Kristina non era una bella ragazza. Grosse lentiggini coprivano ogni centimetro visibile della sua pelle, dal naso piccolo e all’insù fino alla mascella solida. Sembra un bulldog. Ma, nonostante questo, i suoi occhi brillava di calore turchese, come il Golfo del Messico, e le sue labbra, rosa e piene, si curvavano in un perfetto arco di Cupido.
“Reverendo Williams, questa è mia figlia, Kristina Heitschmidt. Kristina, questo è il nostro nuovo pastore, il Reverendo Cody Williams”.
Kristina gli scoccò un franco sguardo di approvazione, e gli tese la mano. Lui la strinse. Non indossava i guanti, e aveva le dita fredde quasi quanto le sue.
“Piacere di conoscerla, Miss Heitschmidt”, disse, in modo strascicato, chiedendosi come sarebbe suonato loro il suo accento del Texas.
“Altrettanto, Reverendo. Abbiamo sentito tanto parlare di lei”. Sorrise, e il suo volto cambiò da bulldog a cucciolo carino. Non poté fare a meno di ricambiare il sorriso. “Papà”, lo sgridò Kristina, “non mi hai mai detto che il Reverendo Williams era così giovane e carino. Tutte le ragazze gli correranno dietro”.
Cody arrossì al complimento inaspettato. Sapeva di non essere un uomo di pessimo aspetto. Lo specchio stamattina gli aveva mostrato capelli neri leggermente ricci, occhi blu luminosi, pelle liscia, ma niente di così bello da causare gelosia. Spero sia vero. Voglio smuovere la città, ma non così. Essere inseguito da un manipolo di ragazzine sciocche sarebbe stato un fastidio e una distrazione.
“Era lei che suonava l’organo?” Idiota, certo che era lei. Che domanda stupida. C’era qualcosa in questa donna che lo faceva sentire un po’ sottosopra, come se non potesse respirare.
“Sì”, rispose lei, abbassando le sopracciglia dorate. Il movimento le fece arricciare il naso.
“Dove ha imparato a suonare così?”
Sorrise, anche se non sembrava convincente. “Dalla precedente organista. Non aveva bambini, quindi mi ha quasi adottata quando avevo sei anni, mi ha insegnato a suonare l’organo, il piano e a cantare”.
“Eccellente. Be’, signorina Heitschmidt, io e lei dovremo vederci presso e discutere la musica da suonare in chiesa. Suppongo che lei voglia continuare a suonare?”
La sua domanda senza grazia la infastidì, e lui poteva vederlo. Lei aggrottò le sopracciglia, facendole sembrare delle nubi temporalesche. “Certo. Era una cosa messa in discussione?”
Il suo sguardo rigido lo fece sentire instabile. “No, um, naturalmente no”, balbettò, “cioè…”
“Lei suona l’organo, Reverendo Williams?” chiese lei, la sua voce dolce in un modo che gli faceva capire di essere su ghiaccio sottile.
“No”.
“Allora farei meglio a continuare a farlo io, non pensa? A meno che non abbia sposato un’organista da quando abbiamo ricevuto la sua lettera un mese fa?”
Da dove è venuto quel tono sarcastico? Questa ragazza era irascibile quanto aveva temuto potesse essere il musicista della chiesa.
“Kristina”, disse James, mettendo una mano sul braccio della figlia.
Lei si voltò per un attimo verso il padre, prima di riportare lo sguardo duro su Cody. Come hanno fatto occhi che somigliavano all’oceano caldo a diventare improvvisamente di ghiaccio?
“Non sono sposato, e non nascondo in valigia un organista che possa sostituirla”, replicò, incapace di nascondere l’irritazione. “Il modo in cui suona è incantevole, e mi piacerebbe molto che continuasse a suonare”.
Lei lo fissò ancora, in un silenzio teso. Infine, annuì. “Grazie. È mia intenzione farlo. È stato un piacere conoscerla, Reverendo. Ora, se vuole scusarmi, devo preparare la cena. Papà”. Fece un cennò con la testa a James e si diresse alla porta.
“Kristina, aggiungi un posto a tavola. Il Reverendo cenerà con noi, stasera”.
La pelle pallida fra le lentiggini si infiammò, ma tutto quello che lei disse fu, “Molto bene”.
E poi, raccogliendo un pesante cappotto nero di lana dall’ultima panca vicina alla porta, si imbacuccò, avvolse la testa in una grossa sciarpa, e li lasciò. Cody la guardò andare via, confuso da quello che era appena successo. Di solito, vado ugualmente d’accordo con uomini e donne. Kristina Heitschmidt deve essere una giovane donna particolarmente permalosa. Scrollandosi di dosso l’incontro, rivolse di nuovo l’attenzione alla chiesa che sarebbe stata il centro della sua esistenza nell’immediato future. Percorse la navata centrale fino all’altare, alzando gli occhi e notando la croce rozza appesa dietro il pulpito. Due ceste di fiori autunnali adornavano dei tavolinetti dietro la balaustra, anche se stavano rapidamente appassendo. Non so quanto durino i fiori autunnali in Kansas. A Galveston, i crisantemi potrebbero resistere un po’ di più, ma qualcosa mi dice che la stagione dei fiori freschi in questa città è finita.
Aveva passato le ultime ore a guardare fuori dal finestrino del treno mentre arrivava lì, e non aveva visto altro che oceani di erba delle praterie, secca e alta fino alla vita, che scricchiolava nel vento invernale, e si allargava all’orizzonte in ogni direzione. Occasionalmente, c’erano stati dei campi di grano o recinti di bestiame. Di fiori, nemmeno l’ombra. Si chiese come facevano a decorare la chiesa d’inverno. Oh, be’, non importa. Di certo c’è una gilda femminile che se ne occupa, e l’ordine gerarchico è sicuramente stato stabilito da tempo. Non aveva molto interesse a immischiarsi con loro, indipendentemente da quanto fossero amichevoli.
Andando dietro il pulpito, che notò essere vuoto nella parte posteriore e conteneva una mensola su cui poteva poggiare un bicchiere d’acqua, guardò l’area che sarebbe stata riempita dalla sua congregazione.
Anche se non l’avrebbe mai ammesso, sentì un’ondata di apprensione mentre immaginava le file di panche riempite con quelli che, dando uno sguardo all’ambiente, avrebbero potuto essere circa duecento parrocchiani. Ne conosceva solo due, e, per ora, solo uno gli era simpatico. James, il capo degli anziani, si era descritto nelle sue lettere come un vedovo di mezza età. Gestiva l’emporio ed era stato nominato ministro laico. Gli occhi di Cody incontrarono quelli dell’uomo che era responsabile della sua presenza in quel luogo. Con un po’ di fortuna, James farà da mentore e collegamento, preparando pastore e città ad accettarsi l’un l’altro. Cody fu colpito da quanto la figlia di James somigliasse al padre. Gli stessi tratti, le stesse lentiggini, gli stessi capelli. Ma sull’uomo sembravano… ordinari, per nulla sorprendenti. Vedere quegli attributi pugnaci su una donna lo avevano fatto esitare.
Kristina. Pensare alla ragazza gli fece alzare gli occhi alla balconata. In alcune chiese ad est, in quegli spazi c’erano dei posti a sedere in più. Qui, la balconata si estendeva solo lungo lo stretto muro posteriore della chiesa, e conteneva l’organo che, come aveva sospettato, era anche troppo ricco ed ornato per la città e minacciava si sopraffare la chiesa stessa. Comunque, è uno splendido strumento, lucido e splendente. Il sole del pomeriggio passava attraverso il vetro colorato della finestra con la scena della crocifissione che aveva notato prima, lasciando chiazze irregolari di verde e blu. Si posavano sul legno della panca dove, qualche minuto prima, era seduta la giovane donna dalla lingua tagliente, le sue dita capaci e gelide che volavano sui tasti, i piedi dagli stivali grigi sui pedali. Ogni domenica, da lì finché il Signore non l’avrebbe chiamato, avrebbe passato il sermone a guardare la congregazione e quella donna.
Devo far pace con lei, decise Cody, anche se è un porcospino. È mio dovere cristiano, e lo farò al meglio delle mie abilità.
Lasciando il pulpito, si inginocchiò per un attimo all’altare e disse una breve preghiera per avere pazienza con donne suscettibili e che si offendevano facilmente. Poi si alzò e raggiunse la parte posteriore della chiesa e il suo ospite.
“Bene”, gli chiese James, “è tutto in ordine? Va tutto bene?”
Cody annuì. “Andrà benissimo. Mi fa piacere che mi abbia invitato. Se Dio vuole, sarà un buon posto per me, e la congregazione avrà finalmente un pastore”.
James annuì. “Lo spero. Kristina aveva ragione, sa. Abbiamo un certo numero di ragazze non maritate, in questa città, e sospetto ci sarà presto una gara non ufficiale per ‘trovare una moglie al nuovo pastore’. Ha intenzione di sposarsi?”
Cody sorrise sarcastico. Erano successe cose del genere anche a Galveston, ma in una città più grande piena di uomini attraenti gli sforzi per trovargli una moglie non erano stati molto seri. “Non sono né incline né contrario, suppongo”, rispose. “A questo punto, la mia priorità è sistemarmi con la congregazione. Ma pensavo che nelle città occidentali gli uomini fossero più numerosi delle donne, e ogni fanciulla avesse tre o quattro corteggiatori tra cui scegliere”.
James ghignò. “Ha ragione. Ci sono molti uomini celibi, qui, ma molti lavorano nelle fattorie o sono cowboy. Queste ragazze vengono da famiglie della classe media, e molti dei loro genitori preferirebbero che avessero mariti di classe superiore. Le loro figlie avrebbero una vita migliore, sa?”
“Suppongo di sì”, rispose Cody. Il suo stomaco gorgogliò. Era stata una lunga giornata di viaggio, e il suo pranzo era stato scarso, solo un panino e una tazza di caffè a una fermata di cui aveva dimenticato il nome, cinque ore prima.
“Be’, giovanotto, sembra che potrebbe servirle qualcosa da mangiare”.
“Sì, per favore”, rispose Cody, impaziente.
“Andiamo, allora. Casa mia è vicina, e credo Kristina abbia preparato della zuppa di manzo e orzo.
Suonava fantastico, e a Cody venne l’acquolina in bocca al pensiero. Stringendosi nel cappotto, seguì James fuori al freddo. Il tramonto divenne più profondo, facendo calare la temperatura. Cody si ficcò le mani nelle tasche del cappotto.
L’idea che James aveva di ‘vicino’ si rivelò corrispondere a cinque isolati lungo Main Street che gli fecero intirizzire la faccia. In primavera, sarà una passeggiata piacevole. L’ampia strada era costeggiata da alberi che facevano ombra ai negozi di mattoni rossi e alle case a due pani. Poteva dire, guardando le case, che la città era spuntata all’improvviso. Sembravano tutte costruite da meno di vent’anni, simili nella loro configurazione, nuove e fresche, e solo qualcuna doveva essere ritinteggiata. Molte restavano in condizioni eccellenti; tetti a punta aguzzi adornati di dettagli, come una finitura di legno intagliato e vernice accesa. Ogni casa era diversa da quella del vicino per colore. Una era azzurra con le finiture bianche, quella accanto verde e nera, un’altra rossa e marrone. La gente di questa città esprime la propria individualità con il colore della vernice, a quanto vedo. Cody esaminò ogni casa che superavano per non pensare alle dita e alla faccia che gli si stavano congelando.
Infine, James si fermò davanti a una stretta struttura bianca che torreggiava su quelle vicine, alta tre piani. Era diversa anche perché, invece di strisce di legno intagliato, c’era del legno scuro che dimostrava le origini germaniche dei proprietari ad adornare la facciata chiara.
Cody guardò i sei ripidi gradini che conducevano al portico coperto e alla porta d’ingresso. Nel suo stato, infreddolito e intorpidito, sembrava una montagna. I piedi non gli si volevano alzare fino al primo gradino. Solo sapere che in cima a quelle scale lo attendeva un rifugio dal vento riuscì a costringere le sue ginocchia a piegarsi, e poi a piegarsi ancora e ancora. In cima, perse il conto di quanti gradini ci fossero e inciampò.
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